Chi è Gesù?

Versione Pubblica

Chiesa Cristiana in Italia

In una società così piena di esperienze, chiese e confessioni di fede tutte diverse, ma con in comune una cosa, la "presunzione" di avere la verità assoluta, è sempre molto difficile districarsi per cercare un angolo di riposo e di fiducia. Eppure in base a quello che sentiamo e quello che speriamo c'è qualcosa che dovrebbe garantirci l'assoluta certezza e verità. Gli abitanti di Berea avevano capito dove si potesse trovare questa oasi di sicurezza e di certezza, e infatti la Scrittura ci dice che mentre Paolo spiegava loro le dottrine essi andavano a vedere nel dettaglio come stavano veramente le cose interpellando le Scritture. Si fidavano di Paolo ma ancora di più dell'autorità della Parola. Quando l'uomo fa della sua esperienza personale o dei suoi pensieri l'autorità ultima con la quale giudicare la Parola stessa, per definire il proprio credo e dottrina, sicuramente sta agendo, anche se in buona fede, contro i propri specifici interessi eterni.

Quello che vorrei dire è che senza lo studio approfondito della Parola di Dio noi siamo destinati a cadere e, nella migliore delle ipotesi, ad ascoltare e ubbidire a qualche conduttore che di volta in volta ha la presunzione di esprimere la propria filosofia o il proprio pensiero di come vada interpretata la Bibbia. Ma non dovrebbe affatto essere così! Se una verità c'è, e se i servitori sono sinceri, il tesoro da tirare fuori dallo scrigno dovrebbe essere sempre lo stesso e sempre buono. Purtroppo così non è! Che facciamo allora? Torniamo alla Parola, alla santa Parola di Dio!

Non è possibile ricevere alcuna illuminazione se non facciamo della Parola il nostro obiettivo principale, quindi penso che dobbiamo da una parte chiedere a Dio di illuminarci per ben capire cosa vuole che facciamo o crediamo, dall'altra è opportuno che studiamo la Sua santa Parola per onorare Lui e il Signore Gesù Cristo che ci ha aperto le porte della vita eterna.

Ci sono molte chiese evangeliche, ma ci sono anche molti carismatici cattolici, e molte altre sette che fanno cose altrettanto strane. Parlando con loro (intendo con i loro esponenti e credenti) si ha l'impressione che anche loro siano benedetti dall'Iddio vivente, e credere di poterli evangelizzare sulla base delle proprie emozioni e sentimenti "spirituali" sicuramente è un tentativo fallito già in partenza. Quello che può cambiare il mondo è la santa e benedetta Parola di Dio ben interpretata, ben predicata, e ben applicata. Il credente deve poter dire: "Io non mi accontento delle semplici benedizioni in preghiera ma voglio impegnarmi assiduamente nello studio della Parola di Dio che può cambiare la mia vita e quella della mia famiglia e quindi anche di tutta la Chiesa". Inoltre c'è un'altra verità molto importante che è la seguente: "La vera verità non può mai far paura, perché nel cercarla possiamo essere soltanto benedetti da Dio".

Iniziamo lo studio di cosa veramente la Bibbia ci dice riguardo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Cerchiamo di valutare se effettivamente la Scrittura indichi l'esistenza della presupposta Trinità.

Voglio iniziare con alcuni versi che lo Spirito Santo può usare per guidare la lettura di queste note:

"Dio non è un uomo, da poter mentire, ne un Figlio d'uomo, da doversi pentire. Quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola?" Nu 23:19.

"Ma è proprio vero che Dio abiterà sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere; quanto meno questa casa che io ho costruita!" 1Re 8:27

"Dio non è un uomo come me, perché io gli risponda e perché possiamo comparire in giudizio assieme"Gb 9:32

"Ma Pietro e Giovanni risposero loro: «Giudicate voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio." At 4:19

"Annullando così la parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata. Di cose simili ne fate molte»" Mr 7:13

"Noi non siamo infatti come quei molti che falsificano la parola di Dio; ma parliamo mossi da sincerità, da parte di Dio, in presenza di Dio, in Cristo" 2Co 2:17.

"Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema. Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un Vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema" (Gal 1:8-9).

Perché dobbiamo studiare la fondatezza della dottrina della Trinità? Per alcuni, forse, rimane solo un aspetto teorico, dottrinale e una disquisizione teologica; in verità c'è un aspetto molto più pratico e spirituale. E per rispondere alla domanda che ci siamo posti pongo un'altra domanda: "Se il diavolo riuscisse ad allontanare da noi Gesù Cristo, rendendocelo sempre più lontano e distaccato, facendocelo vedere come un modello irraggiungibile, riusciremmo a giungere in paradiso?" E inoltre "il diavolo per raggiungere il suo scopo non userebbe ogni arma a sua disposizione?".

Dobbiamo ricordare che si giunge a salvezza credendo per fede all'opera da Cristo compiuta, e all'amore di Dio. Ma questo è solo l'accesso alla salvezza; l'apostolo ci insegna che dobbiamo completare la nostra salvezza camminando come Cristo camminò. Quale è stato il modello di vita materiale e spirituale di Gesù Cristo deve essere lo stesso da noi seguito perché dobbiamo essere imitatori di Gesù. Ma come possiamo essere imitatori di Gesù se lo consideriamo Dio?

La definizione di Trinità secondo il libro "Le dottrine della Bibbia" di Myer Pearlman è la seguente:

"L'unità divina è un'unità composta e in questa unità vi sono realmente tre persone distinte, ognuna delle quali è la divinità pur essendo supremamente cosciente delle altre due…. Non che vi siano tre déi, ognuno dei quali sia indipendente ed esistente in se stesso, ma i tre cooperano con una sola mente ed un solo scopo, cosicché, nel senso più vero della parola sono ‘Uno’".

Mentre la Bibbia ci insegna che: "Perché come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso" (Gv 5:26); e ancora: "Ma quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo" (Mt 24:36). Questi due versi ci spiegano chiaramente che non è vero che le tre persone della Trinità non siano esistenti in se stessi e non è vero che abbiano la stessa mente (conoscenza delle cose future).

Sempre nella definizione della Trinità è compreso quest'altro concetto: "In Cristo Gesù coesistono due nature, quella divina e quella umana; unite insieme nella stessa persona, senza confusione, né separazione, né mutamento, serbando ciascuna le proprie distinte caratteristiche, e quindi Gesù Cristo è allo stesso tempo vero Dio e vero uomo".

Questo ci spiega che la doppia natura che si trova in Cristo non può essere divisa, e che quindi egli era vero Dio e vero uomo sulla terra e vero Dio e vero uomo anche sulla croce. Quindi non è vero che Dio lo abbia abbandonato sulla croce facendo morire solo l'uomo, ma secondo la dottrina della Trinità, quella più ortodossa, sulla croce è morto Dio versando il suo sangue!

Quanti sostengono di credere nella dottrina della Trinità devono credere assolutamente che sulla croce è morto Dio insieme all'uomo Gesù, per poi risuscitare per l'opera dello Spirito Santo.

Infatti per quanti credono nella Trinità come dogma dovrebbero credere che il seguente versetto parli proprio del sangue di Dio cioè di Cristo: "La chiesa di Dio, che Egli ha acquistata con il proprio sangue" (At 20:28). Non è possibile infatti avere una posizione di compromesso: o si crede alla Trinità e quindi si accetta appieno l'idea che proprio Dio ha dato il suo sangue sulla croce oppure la si rifiuta totalmente.

A proposito del versetto sopra citato di At 20:28 dobbiamo dire che la traduzione più corretta (secondo i più grandi studiosi trinitariani) è senz'altro un'altra: "la chiesa di Dio, che egli ha acquistata con il sangue di suo Figlio" oppure "la Chiesa del Signore, che egli ha acquistata con il proprio sangue".

La situazione però è alquanto diversa. Nelle chiese evangeliche, questa assurdità (la conclusione che sulla croce sia morto Dio) viene mitigata cercando di spiegarla nel modo più conveniente possibile ma che non ha fondamento biblico: "Sulla croce Dio ha abbandonato suo Figlio perché in quel momento portava su di sé la maledizione per tutti i peccati del mondo e quindi Dio, che è santo e non può avere niente a che fare con il peccato, ha pensato bene di allontanarsi."

So che questa descrizione appare ridicola ma è quella che molti pastori insegnano circa la Trinità. È senz'altro una spiegazione errata perché non rispetta la definizione stessa stabilita dal dogma riguardo la Trinità: infatti dobbiamo ricordare che secondo tale dottrina Gesù aveva sulla terra una duplice natura, divina e umana, indivisibili tra loro e quindi allo stesso tempo egli era vero Dio e vero.

La dottrina della Trinità è stata elaborata nella sua forma finale intorno al 4-5 secolo d.C., cioè quattrocento anni dopo l'Era apostolica.

La dottrina della Trinità è umanamente e logicamente impossibile da comprendere, perché va contro ogni logica umana, anche se è conforme e, per molti aspetti, derivata da molte altre culture pagane del tempo in cui si contemplavano già Trinità di varie divinità; oltretutto si aggiunga che la definizione di questa dottrina, così fondamentale e importante per la nostra vita spirituale, non viene accennata in alcun modo né nel Nuovo Testamento né nell'Antico.

In realtà la dottrina della Trinità è un dogma di fede costituito dalla chiesa cattolica. Di 1500 vescovi cattolici sparsi tra Occidente e oriente soltanto 300 si riunirono accettando l'invito di Costantino l'imperatore per definire una questione molto importante: Gesù è Dio o solo un uomo? Alcuni sostenevano che Gesù non fosse uguale a Dio, e l'imperatore Costantino per paura di avere il suo impero spaccato in due pose fermezza imponendo a tutti di accettare il credo di Nicea pena l'esilio: questo credo sanciva la divinità di Cristo. Così fu stabilito un dogma cattolico che parte del mondo evangelico ha ritenuto opportuno mantenere nella propria teologia. Un dogma che avrebbe costituito, successivamente, la base del dogma più completo della Trinità. Intorno poi al 431 d.C. fu sancito al concilio di Efeso un altro dogma che rappresenta la naturale conseguenza del dogma sulla divinità di Cristo e sull’esistenza della Trinità: il culto di Maria, madre di Gesù, con l’uso dell’espressione "Madre di Dio". Ma i dogmi di fede sono da parte di Dio?

Sempre nel libro "Le dottrine della Bibbia" troviamo scritto: "Com'è stata preservata la dottrina della Trinità dal… pericolo di cadere nelle false concezioni…? Con la formulazione dei Dogmi, cioè interpretazioni che definiscono la dottrina e la «recingono» contro gli errori".

Il dogma è qualcosa che deve essere accettato così come viene sancito dagli uomini senza avere possibilità di comprenderlo o di farsene una ragione logica.

Nella Parola però troviamo scritto che: "Poiché non vi scriviamo altro se non quello che potete leggere e comprendere; e spero che sino alla fine capirete" (2Co 1:13); e ancora: "In quella stessa ora, Gesù, mosso dallo Spirito Santo, esultò e disse: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli! Sì, Padre, perché così ti è piaciuto!»" (Lc 10: 21).

Inoltre dei fratelli di Berea si dice: "Or questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così" (At 17:11).

In che modo si può interpretare la Bibbia senza cadere nell'errore?

Innanzitutto un versetto va visto nel suo contesto immediato; non possiamo estrapolare un versetto dal proprio contesto perché l'interpretazione di quel verso deve rispettare il filo logico del pensiero espresso nel contesto da cui viene preso.

Lo stesso versetto poi va considerato alla luce del contesto più allargato per giungere poi al contesto del libro in cui è inserito. Analizzare questi contesti rispetto al versetto significa che l'interpretazione che noi diamo al versetto non può contraddire i vari contesti.

Poi lo stesso versetto va confrontato, o meglio l'interpretazione che abbiamo data allo stesso, con il piano generale editoriale di tutta la Bibbia. Quello che viene affermato nell'Antico Testamento non può essere rivoluzionato o stravolto nel Nuovo Testamento. C'è un unico filo conduttore perché la Bibbia è una.

Ogni qualvolta ci troviamo di fronte a un versetto che sembri contraddire altre verità affermate certamente nella Bibbia è opportuno rivalutarne l'interpretazione e quanto meno non fondarci delle verità dottrinali.

Ad esempio c’è un passo nell’Antico Testamento che mostra una verità che poi viene stravolta da quanti difendono la dottrina della Trinità:

"Poi i figli d'Israele torneranno a cercare l'Eterno, loro Dio, e Davide, loro re, e ricorreranno tremanti all'Eterno e alla sua bontà, negli ultimi giorni" (Os 3:5). Qui Davide indica profeticamente il Messia ed è visibile in questa profezia la netta distinzione tra "l'Eterno, loro Dio" e "Davide, loro re".

I cristiani che non accettano la dottrina della Trinità credono che Gesù Cristo sia il figlio di Dio e il Salvatore degli uomini. Credono nella divinità della sua missione e delle sue dottrine. Credono anche che il Vangelo che egli ha proclamato provenga da Dio; credono che la conoscenza che questo Vangelo impartisce, la moralità che propone, lo Spirito che lo anima, l'accettazione che richiede, le promesse che fa, le speranze che esibisce, le ricompense che propone e anche i giudizi che descrive, procedano tutti dall'unico e vero Yahweh. Essi non credono che Gesù Cristo sia il supremo Dio. Sebbene sia stato esaltato al di sopra di ogni altra intelligenza creata, egli è pur sempre distinto, inferiore e dipendente dal Padre l'Altissimo. Per queste ragioni riportiamo le seguenti argomentazioni scritturali tratte, tradotte e commentate da opuscoli del 1820.

1. Gesù Cristo è rappresentato dagli scrittori sacri come un essere distinto da Dio padre, come un uomo è distinto da un altro uomo. "D'altronde nella vostra legge è scritto che la testimonianza di due uomini è vera. Ora sono io a testimoniare di me stesso, e anche il Padre che mi ha mandato testimonia di me" (Gv 8:17-18). Gesù ha sempre considerato se stesso e suo Padre come due persone e mai "una". Gesù confermò questa verità in Gv 14:1 quando disse: "Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me!". Ci sono letteralmente centinaia di versetti tipo questi che mostrano in modo chiaro che Gesù e Dio sono due esseri separati e distinti: "Chi va oltre non rimane nella dottrina di Cristo, non ha Dio. Chi rimane nella dottrina, ha il Padre e il Figlio" (2Gv 9). La Scrittura riconosce chiaramente che il Padre e il Figlio sono due persone e non un "solo Dio"

2. Gesù non solo non ha mai detto di essere Dio ma, al contrario, disse del Padre, che lo aveva mandato, che lui è l'unico e vero Dio: "Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo" (Gv 17:3). Il nostro Salvatore usò questo linguaggio in una preghiera solenne fatta "A suo Padre e nostro Padre". Gesù riconosceva che il Padre era l'unico vero Dio. Il fatto che Gesù abbia pregato in questo modo sicuramente significa che egli non si considerava essere "Il vero e unico Dio"

3. In molte affermazioni bibliche viene dichiarato che Gesù è il Figlio di Dio: "Ed ecco una voce dai cieli che disse: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto»" (Mt 3:17). Può un Figlio essere uguale e della stessa età di suo Padre? Quanti anni aveva davvero Gesù in quanto vero Dio? La definizione di "Figlio di Dio", come avremo modo di studiare più avanti, nella Bibbia viene usata comunemente per indicare i re, gli angeli e oggi tutti i credenti nati di nuovo (che la Bibbia definisce come fratelli di Cristo).

4. Gesù viene descritto come il Cristo l'unto di Dio: "Gesù di Nazaret; come Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza; e come Egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui" (At 10:38). Colui che unge potrà mai essere uguale a colui che è unto? Altri servitori di Dio (Mosé, Abraamo, Giuseppe, Gedeone, Davide e così via) erano unti e la Scrittura ci dice che "Dio era con loro". Oggi ancora, i veri servitori di Dio sono unti e Dio è con loro. Inoltre, come faremo notare spesso in queste note, per la dottrina della Trinità, Dio è composto da tre persone che hanno il loro proprio nome (Padre, Figlio, Spirito Santo) e quindi la parola "Dio" deve assolutamente indicare, per coerenza la Trinità tutta. Da nessuna parte troviamo elementi per dire che quando nella Bibbia c’è scritto "Dio" si faccia riferimento solo a una delle tre persone della Trinità. Per i cristiani che non condividono la Trinità ovviamente dire "Dio" o "Padre" non c’è differenza alcuna.

5. Gesù viene rappresentato come sacerdote: "Considerate Gesù, l'apostolo e il sommo sacerdote della fede che professiamo" (Eb 3:1). L'ufficio di un sacerdote è di servire Dio. Cristo, quindi, in qualità di sacerdote, non poteva essere Dio.

6. Cristo è il mediatore tra Dio e gli uomini: "Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo" (1Ti 2:5). Questo versetto distingue chiaramente tra il "solo Dio" (e non dice "solo Padre"), da una parte, e il "solo mediatore", dall'altra. Gesù, l'uomo, è il mediatore tra Dio e gli uomini. Cristo in questo versetto viene chiaramente chiamato "uomo", anche dopo la sua risurrezione. Inoltre se Cristo fosse egli stesso Dio, egli non potrebbe essere il mediatore tra Dio e l'uomo. Inoltre qui per mediatore si intende l'opera che Cristo ha già compiuto sulla croce: egli disse "tutto è compiuto". Oggi un peccatore può essere salvato se si rivolge a Dio il Padre per i meriti dell'opera compiuta da Cristo 2000 anni fa. Il fatto che Gesù faccia da mediatore non ha alcuna connotazione della spiritualità cattolica secondo la quale le nostre preghiere le dobbiamo rivolgere a santi uomini o donne che poi le porteranno a Dio. Le nostre preghiere le rivolgiamo direttamente a Dio per i meriti dell'opera compiuta da Cristo molti anni fa

7. In qualità di Salvatore degli uomini, egli fu mandato dal Padre: "E noi abbiamo veduto e testimoniamo che il Padre ha mandato il Figlio per essere Salvatore del mondo" (1Gv 4:14). Anche noi quando andiamo a evangelizzare siamo "mandati" sulla terra da Dio.

8. Gesù è un apostolo inviato da Dio: "Considerate Gesù, l'apostolo… Il quale è fedele a colui che lo ha costituito" (Eb 3:1, 2). Gesù è l'apostolo inviato da Dio ma il contesto ci mostra che non sta parlando specificatamente del Padre ma di Dio (non è quindi il Padre che costituisce Gesù apostolo, ma è Dio).

9. Cristo viene rappresentato nella scrittura come nostro intercessore presso Dio: "Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi" (Rom 8:34). Se Gesù fosse Dio avrebbe bisogno di intercedere presso se stesso?

10. Il capo di Cristo è Dio: "Ma voglio che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, che il capo della donna è l'uomo, e che il capo di Cristo è Dio" (1Co 11:3). In questo verso ci sono molte cose importanti da sottolineare. Il ruolo di sottomissione tra Cristo e Dio è dello stesso tipo di quello che c'è tra la donna e l'uomo e tra l'uomo e Cristo. Inoltre il verso dice che il capo di Cristo è Dio, e non dice che il capo di Cristo è il Padre. Qui infatti la parola "Dio" sta a indicare totalmente la divinità e non soltanto la prima persona della presunta Trinità. Se Dio è più grande di Cristo, allora Dio è il suo capo proprio come Cristo è il nostro capo. Risulta ovvio da questo versetto e da quello in 1Co 3:23 che la formula trinitaria non sia biblica perché afferma che Cristo e Dio sono "co-eguali"

11. Nello stesso senso in cui diciamo di appartenere a Cristo, Cristo appartiene a Dio: "E voi siete di Cristo e Cristo è di Dio" (1Co 3:23). Ancora una volta c'è la netta separazione tra Cristo (che viene considerata la seconda persona della Trinità) e Dio stesso (che qui sta a indicare non solo il Padre inteso come prima persona della Trinità, ma se vogliamo tutta la Trinità). In 1Co 3:23 la Scrittura rende chiaro il fatto che Dio sia più grande di Cristo, proprio come Cristo è più grande di noi.

12. Cristo dice che: "Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti" (Gv 10:29). Gesù qui sottolinea la superiorità di Dio rispetto a lui (da nessuna parte si può dedurre l’idea che qui Gesù intenda soltanto una superiorità funzionale; non evidenzieremo mai a sufficienza il fatto che ogni affermazione teologica o presunta tale va dimostrata con versetti biblici).

13. Cristo ripete che: "Il Padre è maggiore di me" (Gv 14:28).

14. Cristo implicitamente nega di essere Dio quando esclama: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono tranne uno solo cioè Dio" (Mc 10:18). Se Gesù fosse stato Dio questo insegnamento sarebbe stato alquanto ambiguo. Inoltre anche qui non dice "Padre" ma "Dio".

15. Il nostro Salvatore dopo aver affermato che "Io e il Padre siamo uno" (Gv 10:30) offre ai suoi discepoli la possibilità di comprendere distintamente che egli non intendeva stessa sostanza, uguale potenza e gloria, ma uno con il Padre solo per quanto riguarda la comunione e il piano divino, come appare evidente anche dalla preghiera sacerdotale che egli offre al Padre: "Che siano tutti uno; e come tu, Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi" (Gv 17:21). Una parola importante di questo versetto è "come" perché fa vedere che l'unione tra il Padre e il Figlio è la stessa che possiamo avere noi con il Padre e con il Figlio.

16. Il Padre viene chiamato il Dio di Cristo come anche il Dio dei cristiani: "Gesù le disse: «Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli, e di' loro: "Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro"»" (Gv 20:17). Gesù chiamò il Padre "mio Dio" sia prima che dopo la risurrezione (Mt 27:46; Gv 20:17; Ap 3:12). Gesù non si considerava essere uguale a Dio, ma invece credeva di avere un Dio proprio come noi. Per esempio egli disse a Maria Maddalena di andare dai fratelli per dire loro: "Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro" (Gv 20:17). Molti si sono spiegati questo versetto, alla luce del proprio pregiudizio trinitariano, dicendo che qui il Signore ha rimarcato che Dio fosse per lui un Dio in modo speciale distinto da come lo è per tutti noi (avendo Egli detto Dio mio e Dio vostro). Secondo questi pastori e studiosi se Gesù avesse voluto dire che c'è un solo Dio uguale per tutti avrebbe potuto dire semplicemente al Dio nostro. Ma voglio sfidare la fede e l'intelligenza di quanti cercano la verità pensando a questo versetto in un altro modo: Gesù, sovranamente avvertito dallo Spirito Santo riguardo a false dottrine che sarebbero seguite negli anni, volle rimarcare il fatto che egli è un uomo e che c'è un solo Dio che è Dio di tutti e anche Dio suo, che è Padre di tutti e anche Padre suo. In questo versetto c'è un altro termine molto importante che in questo contesto è abbastanza illuminante "Miei fratelli"; termine questo che indica il paragone d'uguaglianza tra Gesù e i discepoli, anche loro figli di Dio. Qui Gesù è chiarissimo (Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro) ma ci servivano i grandi teologi a complicare le cose! Gesù ebbe a dire anche: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre». (Mt 12:49-50). Inoltre Gesù stesso non fa alcuna differenza tra noi e lui: "li ami come hai amato me" (Gv 17:23b)

17. L'apostolo Paolo dice che Dio è l'unico sovrano, l'unico immortale, l'unico Re dei re e Signore dei signori, al contrario del nostro Signore Gesù Cristo:

"Ti ordino di osservare questo comandamento da uomo senza macchia, irreprensibile, fino all'apparizione del nostro Signore Gesù Cristo, la quale sarà a suo tempo manifestata dal beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l'immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna. Amen" (1Ti 6:14-16).

Per uomo qui si intende "uomo ancora non glorificato": alla risurrezione noi saremo glorificati come Cristo lo è stato a suo tempo come primizia. Soffermati a leggere con attenzione questo versetto e scoprirai grandi cose! Qui è Dio il solo a possedere l’immortalità e ad abitare una luce inaccessibile e non Gesù.

18. Lo stesso apostolo afferma che il Padre è l'unico Dio e non ce ne sono altri: "Poiché, sebbene vi siano cosiddetti déi, sia in cielo sia in terra, come infatti ci sono molti déi e signori, tuttavia per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi viviamo per lui, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale anche noi siamo" (1Co 8:5-6). Come vedremo in note successive l'ultima parte di questo versetto non fa riferimento ai mondi, ai cieli e a tutte le cose che sono in essi, ma sta parlando della nuova era, l'opera nuova, il regno di Dio, e quindi anche la nostra nuova vita che sono state possibili grazie all'opera di Cristo: "tutto è compiuto!". Paolo chiama il Padre unico Dio mentre Gesù unico Signore! C’è differenza tra i termini "Dio" e "Signore". Quindi se c'è un solo Dio e anche un solo Signore, questi sono due e non la stessa persona. Anche qui manca la dicitura "un solo Spirito"

19. La potenza che possedeva Cristo gli era stata data: "Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra" (Mt 28:18). Se Gesù era Dio, o meglio la seconda persona della Trinità quindi Dio Figlio, avrebbe dovuto avere la potenza e non riceverla.

20. Gesù nega di essere l'autore delle sue opere miracolose e le attribuisce invece al Padre o allo Spirito Santo di Dio: "il Padre che dimora in me, fa le opere sue" (Gv 14: 10); "Ma se è con l'aiuto dello Spirito di Dio che io scaccio i demoni" (Mt 12:28). È interessante notare in quest'ultimo versetto che Gesù parla dello Spirito di Dio e non semplicemente Spirito Santo come terza persona della Trinità, ma come Spirito dell'unico e vero Dio, in altri termini Dio stesso. Lo Spirito è una persona proprio per il fatto di essere Dio stesso in noi. Gesù disse: "Dio è Spirito" e questo non dovremmo mai dimenticarlo!

21. Gesù afferma in modo chiaro che le opere che egli fa rendono testimonianza non della sua potenza ma al fatto che il Padre lo ha mandato: "Perché le opere che il Padre mi ha date da compiere, quelle stesse opere che faccio, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato" (Gv 5:36).

22. Egli espressamente afferma che le opere che fece le fece non nel suo nome ma nel nome del Padre: "Le opere che faccio nel nome del Padre mio" (Gv 10:25).

23. Egli afferma che il Padre, che è Dio, ha posto il suo sigillo, in altri termini Gesù deve al Dio vivente le sue credenziali: "Poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo" (Gv 6:27).

24. Gesù dichiara che non è l'autore della sua dottrina: "La mia dottrina non è mia ma di colui che mi ha mandato. Se uno vuol fare la volontà di Lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se io parlo di mio" (Gv 7:16-17). Ma se Gesù fosse davvero ‘Dio la Parola’ (come alcuni traducono Giovanni 1:1), egli stesso sarebbe la Parola, quindi la Scrittura, quindi gli insegnamenti della Bibbia, quindi anche gli insegnamenti di Dio apparterrebbero a Cristo in quanto ‘Dio la Parola’. Eppure Gesù in questo versetto conferma il fatto che non parla di suo (come invece ci si aspetterebbe dal ‘Dio Parola’). Un altro versetto che è in tema con questo è Gv 17:8 "Poiché le parole che tu mi hai date le ho date a loro"; anche qui se Cristo è il ‘Dio Parola’ perché avrebbe dovuto ricevere "le parole" dal ‘Dio Padre’?

25. Gesù si presenta come colui che viene istruito dal Padre: "Dico queste cose come il Padre mi ha insegnato" (Gv 8:28).

26. Gesù considera il Padre come l'origine dell'autorità con la quale egli parla e agisce: "Perché come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso; e gli ha dato autorità di giudicare, perché è il Figlio dell'uomo" (Gv 5:26-27).

27. Gesù riconosce la sua dipendenza dal Padre celeste per ricevere guida: "In verità, in verità vi dico che il Figlio non può da se stesso fare cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre" (Gv 5:19 vedi anche il versetto 30 insieme a Gv 8:28; 12:49); "Perché il Padre ama il Figlio, e gli mostra tutto quello che egli fa" (Gv 5:20). E’ chiaro che Gesù non si considerò mai uguale al Padre.

28. Gesù disse: "Onoro il Padre mio… Io non cerco la mia gloria; v'è uno che la cerca e che giudica" (Gv 8:49-50).

29. Gesù dichiara: "Se io glorifico me stesso, la mia gloria è nulla; chi mi glorifica è il Padre mio che voi dite essere vostro Dio" (Gv 8:54).

30. L'apostolo Paolo dichiara che in Cristo abita tutta la pienezza "Poiché al Padre piacque" così (Col 1:19). È interessante notare come in questo versetto emerge chiara la nozione che a Dio è piaciuto donare a Cristo la pienezza perché "così è piaciuto a Dio" ma non perché "Cristo fosse Dio". Ricordiamo a beneficio del lettore che la dottrina della Trinità non afferma che Cristo fosse un contenitore che portava dentro di se Dio o la divinità ma che egli stesso, nella carne, era Dio. Mentre siamo noi credenti a portare Dio in noi.

31. Cristo viene rappresentato nelle Scritture, non come la sorgente primaria, ma come la causa intermedia di tutte le cose che sono relative alla nostra salvezza: "Per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi viviamo per lui, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale anche noi siamo" (1Co 8:6). Qui sta parlando della nuova era e della salvezza e di tutto quello che Dio creerà grazie al sacrificio di Cristo (vedi per chiarezza Eb 2:5).

32. Gesù dichiara: "Io sono proceduto e vengo da Dio" nel mondo, "Non sono venuto da me, ma colui che mi ha mandato è veritiero" (Gv 8:42; 7:28). Gesù sapeva "che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio se ne tornava" (Gv 13:3). Questi versetti vanno senz'altro interpretati nel senso che Cristo era un apostolo mandato nel mondo come anche noi ora siamo proceduti e veniamo da Dio che ci ha mandati nel mondo e a Lui torneremo.

33. Gesù afferma che non ha la facoltà di assegnare, nei luoghi celesti, dei premi o dei posti di importanza rispetto ad altri: "Ma quanto al sedersi alla mia destra e alla mia sinistra, non sta a me concederlo, ma sarà dato a quelli per cui è stato preparato dal Padre mio" (Mt 20:23).

34. Il nostro Salvatore, parlando ai suoi discepoli, disse: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che io sono , e che non faccio nulla da me, ma dico queste cose come il Padre mi ha insegnato" (Gv 8:28). In altri termini disse loro che in futuro avrebbero compreso nel modo più accurato cose che lo riguardavano e avrebbero saputo che lui era interamente dipendente dal Padre.

35. Il nostro Salvatore ha sempre dichiarato di non avere una volontà propria, ma di essere completamente guidato e governato dalla volontà del Padre celeste: "Perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà ma la volontà di colui che mi ha mandato" (Gv 6:38). Per quanto riguarda l'espressione "disceso dal cielo" vedi nota relativa al verso di Gv 3:13.

36. Gesù espressamente nega di possedere l'attributo divino della auto esistenza: "Come il Padre vivente mi ha mandato io vivo a motivo del Padre" (Gv 6:57).

37. Cristo espressamente dice di non possedere l'attributo divino di un’esistenza non derivata o non generata: "Perché come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso" (Gv 5:26). Da questi versi risulta che Dio Padre è autonomo e autosufficiente mentre il Figlio no. Qui è necessario bocciare qualunque tipo di spiegazione che ponga in essere una differenziazione tra Gesù e il ‘Dio Figlio’ (seconda persona della Trinità); infatti Gesù sulla terra per la dottrina della Trinità era Vero DIO e Vero UOMO. Quindi il versetto non possiamo spiegarlo dicendo che sta parlando di Gesù uomo e non di ‘Dio Figlio’.

38. Egli nega di possedere l'attributo divino dell'onnipotenza: "Io non posso far nulla da me stesso" (Gv 5:30).

39. Egli espressamente afferma di non possedere l'attributo divino dell'onniscienza: "Ma quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo" (Mt 24:36; Mc 13:32). Gesù aveva una conoscenza limitata. È da notare che qui Gesù non ha messo in alcun conto lo Spirito Santo che dovrebbe essere la terza persona della Trinità: Gesù dice "nessuno li sa" e così dicendo ha escluso l'esistenza della terza persona della Trinità che altrimenti avrebbe dovuto menzionare come o a conoscenza o all'oscuro del fatto. Anche dopo la sua risurrezione, Gesù riceve ancora conoscenza e saggezza da Dio come ci dice la Scrittura "Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede" (apocalisse 1:1)

40. Nella Scrittura è detto che Cristo è stato "Tentato dal diavolo" (Mt 4:1). Gesù fu "Tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato" (Eb 4:15) mentre la Bibbia ci dice in modo chiaro che Dio non può essere tentato: "Dio non può essere tentato dal male" (Gm 1:13). Inoltre il diavolo nel deserto avrebbe dovuto ben sapere chi fosse Gesù; perché allora gli offrì tutte le ricchezze e la gloria dei regni? Non sembra strano? Sapendo che egli non era semplicemente il Figlio di Dio ma anche "Dio Figlio" possiamo dire che al diavolo piace perdere tempo (ovviamente in senso ironico perché non è proprio vero).

41. Ci viene riferito dalle Scritture che il nostro Salvatore "Passò la notte pregando Dio" (Lc 6:12). Perché avrebbe dovuto pregare se egli stesso era Dio? Inoltre perché la Scrittura dice che passò la notte a pregare Dio (tutta la Trinità) anziché solo Dio Padre? (non sussiste affatto la giustificazione secondo la quale quando nella Bibbia troviamo scritto solo la parola "Dio" essa si riferisca solo alla prima persona della Trinità). Non dimentichiamo infatti che, secondo il dogma di fede della Trinità, Dio, il solo unico e vero Dio, sarebbe composto da tre persone distinte che hanno i seguenti nomi: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

42. In presenza di molte persone prima di risuscitare Lazzaro egli ringraziò il Padre perché lo aveva ascoltato: "Padre ti ringrazio perché mi hai esaudito. Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre" (Gv 11:41-42). Tutti i miracoli compiuti da Cristo sulla terra sono stati opera di Dio, allo stesso modo in cui se noi operassimo miracoli, sarebbero sempre opera di Dio.

43. Gesù implorò suo Padre perché lo glorificasse: "Padre, glorificami tu presso di te della gloria che avevo presso di te prima che il mondo esistesse" (Gv 17:5). Colui che prega Dio perché lo glorifichi, non può essere Dio. Per ulteriori spiegazioni di questo versetto vedi nota relativa.

44. Gesù implorò il Padre perché, se fosse possibile, la coppa amara potesse essere allontana da lui e aggiunse "Comunque, non la mia ma la tua volontà sia fatta" (Mt 26:39). Come potrebbe Dio avere una volontà diversa da quella di Dio stesso?

45. Cristo sulla croce gridò: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (Mt 27:46). Colui che proferì queste parole potrebbe mai essere il supremo Dio, unico e vero?

46. Gesù non ha mai rivolto l'adorazione né a se stesso né allo Spirito Santo, come si dovrebbe fare se, sia il Figlio sia lo Spirito Santo, fossero Dio; ma lui elevò la preghiera sempre e solo al Padre; e così insegnò ai suoi discepoli e così fece la prima Chiesa (cf. At 4).

47. Egli ha sempre istruito i discepoli a rivolgere l'adorazione solo al Padre: "Voi dunque pregate così: «Padre nostro che sei nei cieli»" (Mt 6:9); "In verità, in verità vi dico che qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà" (Gv 16:23). "Ma l'ora viene, anzi è già venuta che i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che lo adorano bisogna che lo adorino in Spirito e verità" (Gv 4:23). In quest'ultimo versetto ci sono alcune rivelazioni davvero importanti. Innanzitutto Gesù identifica ancora una volta il Padre (cioè la prima persona della supposta Trinità) con l'unico Dio (tutta la supposta Trinità); inoltre specifica chiaramente che Dio è Spirito, aprendo definitivamente la porta all'idea che quando parliamo dello Spirito Santo di fatto stiamo parlando della presenza stessa di Dio nel mondo e dentro di noi.

48. Non era abitudine degli apostoli rendere degli omaggi religiosi a Cristo, ma lo facevano a Dio il Padre attraverso Cristo: "Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore" (Rom 7:25); "Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre" (Ef 3:14); "A Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen" (Rom 16:27). Oggi invece assistiamo ad una tendenza alquanto dubbia: tutto il culto evangelico è diventato una lode a Gesù come unico Dio e Padre, in cui i cantici stessi affermano "verità" che la Bibbia non conferma.

49. L'apostolo Pietro, subito dopo essere stato riempito di Spirito Santo nel giorno di Pentecoste, si rivolse in questo modo agli ebrei: "Uomini d'Israele, ascoltate queste parole! Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui, tra di voi, come voi stessi ben sapete, quest'uomo quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi, per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; ma Dio lo risuscitò" (At: 22-24).

In questo passo della Scrittura ci sono molte altre importanti considerazioni da fare tra cui: Gesù uomo che viene accreditato, cioè gli viene dato credito che prima non aveva, da Dio (non Dio Padre ma tutta la supposta Trinità); è Dio che ha fatto le opere potenti e miracolose per mezzo di Gesù, essendo stato lui a stendere la mano per guarire, risuscitare e consolare; Gesù uomo è risuscitato solo grazie all'intervento di Dio e anche qui, mi ripeto, non "Dio Padre" ma Dio (cioè tutta la supposta Trinità).

50. L'apostolo Paolo espressamente stabilisce che: "E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo" (2Co 5:18). Noi abbiamo fatto pace con Dio attraverso l'opera compiuta da Cristo una volta per sempre. Oggi che abbiamo pace con Dio vogliamo godere della sua presenza, essendo riconoscenti a Gesù, nostro fratello e Signore, per quello che ha fatto, ma vogliamo la comunione con Dio con il quale abbiamo fatto pace.

51. Sempre l'apostolo Paolo offre ringraziamento a Dio: "Ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo" (1Co 15:57). È Dio che guarisce, è Dio che ci dà la vittoria, è Dio che ci salva, è Dio che compie le opere potenti grazie all'opera che Cristo ha compiuto sulla croce perché tutto è possibile a chi crede.

52. Viene detto nella Scrittura che è "Alla gloria di Dio Padre" che "ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore" (Flp 2:11).

53. Le Scritture affermano che "Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di essere fatto sommo sacerdote, ma la ebbe da colui che gli disse: «Tu sei mio Figlio; oggi ti ho generato" (Eb 5:5).

54. Nella Scrittura è espressamente detto che Dio diede a Cristo la rivelazione: "Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire tra breve e che egli ha fatto conoscere mandando il suo angelo al suo servo Giovanni" (Ap 1:1). In questo verso ci sono altri punti molto importanti: si nota l'onniscienza di Dio (non Dio Padre ma tutta la supposta Trinità) e la limitata conoscenza di Gesù Cristo che, pur essendo già uomo glorificato alla destra di Dio, non conosce di suo le cose future ma ha dovuto prendere la rivelazione da Dio per darla a Giovanni tramite un angelo.

55. L'apostolo Paolo parla di Cristo come l'immagine di Dio: "Egli è l'immagine del Dio invisibile" (Col 1:15; 2Co 4:4). Se Gesù fosse davvero Dio sarebbe assurdo chiamarlo l'immagine di se stesso, in quanto Paolo dice che lui è l'immagine del Dio invisibile e non del Padre, quindi se Gesù è comunque Dio sarebbe l'immagine di se stesso. La Bibbia è chiara quando dice che Gesù è "L'immagine del Dio invisibile" (Col 1:15; 2Co 4:4). Se Cristo è l'immagine di Dio, allora egli non può essere Dio, perché tu non puoi essere un'immagine di qualcuno e allo stesso tempo essere quella persona realmente. Se vedi una fotografia di qualcuno tu vedi l'immagine riflessa di quel qualcuno e puoi imparare tante informazioni riguardo a quella persona, ma l'immagine stessa non è quella persona. Cristo è l'immagine di Dio, noi possiamo imparare molte cose riguardo a Dio semplicemente mettendo il nostro sguardo su Cristo, ma il semplice fatto che egli sia l'immagine di Dio non prova che egli sia Dio. Porre il nostro sguardo su Cristo significa però riguardare i suoi insegnamenti e la sua condotta qui sulla terra perché possiamo imitarlo

56. Cristo viene definito come "Il primogenito di ogni creatura" (Col 1:15). I trinitari hanno cercato di spiegare in moltissimi modi questo termine "primogenito", ma ancora una volta il modo migliore è quello di non sofisticare troppo la santa e benedetta Parola di Dio una volta che si è certi del termine originale. Questa parte del versetto sarebbe meglio resa con "il primogenito di tutta la creazione" (Col 1:15). Sta parlando della nuova creazione del regno di Dio e del fatto che Gesù con la sua risurrezione ha rappresentato il primo credente di quel regno: "È lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato" (Col 1:18).

57. Gesù è definito come "Il principio della creazione di Dio" (Ap 3:14). A prescindere da quale tipo di creazione si stia parlando in questo versetto (questo sarà chiarito meglio in esposizioni future di questo trattato), di fatto il versetto dice che Gesù ha un inizio, e se fosse Dio non potrebbe averlo.

58. Le Scritture attestano che Gesù fu fatto: "Di poco inferiore agli angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e d'onore a motivo della morte che ha sofferto, finché per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti" (Eb 2:9). Potrebbe Dio essere inferiore alle sue stesse creature cioè gli angeli? In questo versetto ci sono altri fatti molto importanti da considerare. Ricordiamoci che Gesù era in terra vero Dio e vero uomo secondo il dogma cattolico della Trinità così recepito anche dal mondo protestante evangelicale. Molti potrebbero sostenere che in quanto uomo fu fatto inferiore agli angeli ma in realtà noi sappiamo che Gesù in terra, secondo il dogma trinitario, era vero Dio e avrebbe meritato tutto l'onore e la gloria: Giovanni battista disse "io non sono degno di portargli i calzari". C'è un altro punto molto importante in questo versetto che afferma che Gesù fu coronato di gloria e d'onore non perché era Dio ma a motivo della morte che ha sofferto. Gesù ha vinto riuscendo a fare fino alla fine la volontà dell'unico vero Dio; e Dio lo ha premiato innalzandolo alla suprema gloria e dandogli il nome più grande di ogni altro nome per mezzo del quale ogni creatura può essere salvata.

59. Pietro dichiara: "Egli, infatti, ricevette da Dio Padre onore e gloria quando la voce giunta a lui dalla magnifica gloria gli disse: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto»" (2Pt 1:17).

60. La Scrittura ci spiega che era necessario che il Salvatore del genere umano diventasse "simile ai suoi fratelli in ogni cosa" (Eb 2:17). È interessante in questo versetto scoprire che il termine che nella Nuova Riveduta viene tradotto "simile" in altre versioni della Bibbia viene reso con "uguale". Uguale in ogni cosa, quindi anche nella natura, non una duplice natura (divina e umana).

61. Nell'epistola agli Ebrei, Cristo viene confrontato con Mosé in un modo che potrebbe risultare irriverente se egli fosse davvero il supremo Dio: "Gesù, anzi, è stato ritenuto degno di una gloria tanto più grande di quella di Mosé quanto chi costruisce una casa ha maggior onore della casa stessa" (Eb 3:3). Gesù con l'opera compiuta sulla croce ha edificato la Chiesa che è la casa (il tempio) dello Spirito Santo. Ma se fosse Dio sarebbe il proprietario della casa e non solo colui che la costruisce!

62. Gesù viene rappresentato come il servitore, colui che è stato scelto, amato da Dio e anche colui che riceve lo Spirito Santo di Dio: "Ecco il mio servitore che ho scelto; il mio diletto, in cui l'anima mia si è compiaciuta. Io metterò lo Spirito mio sopra di lui, ed egli annuncerà la giustizia alle genti" (Mt 12:18). Se Gesù fosse Dio, e nello specifico la seconda persona della Trinità, come potrebbe essere che è stato scelto come servitore; e, inoltre, in che modo Gesù ‘Dio Figlio’ è stato unto con ‘Dio Spirito Santo’? Non dimentichiamoci mai che lo Spirito di Dio era sopra anche ai grandi profeti e guide dell’Antico Testamento!

63. Gesù stesso esprime chiaramente il fatto che era in conseguenza della sua ubbidienza e del fatto che egli faceva tutto quello che piaceva al Padre, che il Padre era con lui e non lo lasciava mai solo: "E colui che mi ha mandato è con me; egli non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli piacciono" (Gv 8:29). Se Gesù fosse Dio (e sottolineo ancora che secondo il dogma cattolico della Trinità Gesù in terra era vero Dio e vero uomo) come potrebbe essere lasciato solo da Dio?

64. La Scrittura ci dice che Gesù "Cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc: 52). Anche qui c'è un grave problema con il dogma cattolico trinitario. Il vero Dio ha degli attributi tra cui c'è quello dell'onniscienza e di tutta la saggezza e sapienza. In questi attributi Dio non può crescere o maturare, perché la sua conoscenza è istantanea e totale. Si dovrebbe ammettere, e non è possibile, che la divinità di Cristo è cresciuta dall'infanzia fino alla maturazione di un uomo di trent'anni. E poi ha continuato a crescere o si è fermata?

65. Egli afferma di aver sempre ricevuto i comandi dal Padre: "Perché io non ho parlato di mio; ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha comandato lui quello che devo dire e di cui devo parlare" (Gv 12:49). Molti pastori e dottori nella loro buona fede hanno perpetrato un insegnamento che potesse in qualche modo dar ragione di tutti questi versi; è stato detto che Gesù essendo il Figlio di Dio aveva dei compiti da svolgere in quanto all'interno della Trinità ci sarebbe questa suddivisione di ruoli. Peccato però che l'immagine che esce fuori da tutta la lettura del Nuovo Testamento, se questa fosse la giusta interpretazione, è di un ‘Dio Figlio’ un po' "Burattino" (permettetemi la libertà e Dio non abbia a punirmi per la licenziosità): Gesù diceva, faceva, pensava e sapeva solo quello che il Padre permetteva e comandava. Qui, più che una divisione di ruoli si evince una chiara sottomissione propria di un servitore; ed ecco qui la grande novità! Gesù come noi ha deciso di non peccare e di fare la volontà di Dio, l'unico vero Dio.

66. Così Gesù viene rappresentato come uomo ubbidiente al Padre che si è fatto "Ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce" (Flp 2:8). "Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me" (Gv 12:50); "Io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore" (Gv 15: 10).

67. Cristo "Imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì" e attraverso le sofferenze fu reso perfetto da Dio (Eb 5:8). La natura divina in Gesù che ruolo ha avuto allora se Gesù ha dovuto imparare l'ubbidienza dalle cose che soffrì. Un Dio non è ubbidiente? E poi a chi deve ubbidire? Dio non ha bisogno di imparare l'ubbidienza. Gesù cresceva in saggezza, ma noi sappiamo che Dio ha tutta la saggezza (vd. Lc 2:52).

68. Di Cristo le Scritture dicono che egli è il primogenito tra molti fratelli (Rom 8:29). La domanda è: Dio può avere dei fratelli?

69. Cristo stesso chiama tutti quelli che ubbidiscono a Dio suoi fratelli: "Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre" (Mt 12:50).

70. Cristo offre ai fedeli lo stesso onore che egli stesso ha ricevuto dal Padre: "Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono" (Ap 3:21). Se vinciamo, diventiamo anche noi Dio?

71. Dio in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio "Che egli ha costituito erede di tutte le cose" (Eb 1:2). Se è vero che esiste un solo Dio, che poi sarebbe diviso in tre persone distinte secondo il dogma della Trinità, allora come può essere che il Figlio, anzi ‘Dio Figlio’, possa essere costituito erede di cose che dovrebbe già possedere in quanto comunque totalmente e perfettamente Dio?

72. Cristo viene definito come il primogenito dei morti (Ap 1:5). A lui deve seguire tutto il resto del raccolto, perché anche noi saremo risuscitati dai morti, proprio come lui essendo egli stesso il primogenito.

73. La Scrittura dichiara che Dio risuscitò Gesù dalla tomba: "Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò noi tutti siamo testimoni" (At 2:32; Rom 10:9-10). Ancora una volta la natura divina e quindi la pienezza della divinità in Gesù non furono sufficienti per farlo risuscitare dai morti, ma dovette intervenire Dio attraverso il suo Santo Spirito. Può essere possibile questo?

74. La Scrittura dice che Dio "Ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore" lo Spirito Santo sugli apostoli (Tit 3:6). Ancora una volta vediamo come la fonte primaria, colui che agisce, colui che opera, colui che benedice è Dio, l'unico vero Dio, per mezzo di Gesù Cristo, intendendo con ciò: grazie alla vittoria che Cristo ha avuto durante la sua vita terrena mantenendosi puro e Santo avendo respinto ogni tentazione, e accettando di dare se stesso sulla croce come l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. In questo verso c'è un altro termine molto interessante che andrebbe valutato. Dio è onnipresente. Quindi si presume che anche ‘Dio Padre’, ‘Dio Figlio’ e ‘Dio Spirito Santo’ lo siano. Ma sappiamo che Gesù non è onnipresente perché ora è alla destra del Padre, mentre in noi c'è lo Spirito Santo che è la presenza stessa di Dio in noi. Gesù dimora in noi a intendere soltanto attraverso i suoi insegnamenti, nella stessa misura in cui possono dimorare in noi i nostri genitori.

75. La ragione per cui lo Spirito Santo non era stato ancora ricevuto dai discepoli è che Gesù non era stato ancora glorificato (Gv 7:39).

76. La Scrittura afferma che Cristo è stato innalzato da Dio per essere principe e Salvatore (At 5:31).

77. La Scrittura dice che: "Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso" (At 2:36)

78. La Scrittura dice che è Dio che ha dato a Gesù il nome che è al di sopra di ogni nome (Flp 2:9).

79. Sempre da Dio Gesù è stato costituito giudice dei vivi e dei morti (At 10:42).

80. È Dio che giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo (Rom 2:16). Qui ancora una volta "per mezzo di Gesù Cristo" sta intendendo per via dell'opera che Cristo ha compiuto sulla croce, perché chi accetta Gesù, i suoi insegnamenti e la sua morte vicaria ha vita eterna e quindi i segreti del suo cuore saranno rinnovati per il giorno del giudizio.

...

Ci sono altri 90 punti importanti. Se sei interessato ad approfondire l'argomento puoi registrarti gratuitamente sul nostro sito tramite questo link


Pagina pubblicata il 06/02/2020 14:11:16 - revisione n° 0 del 06/02/2020 14:11:16

 

 

Altri progetti correlati: Scuola Biblica